Legittima difesa e sicurezza Non bastano gli slogan
Lauro Paoletto
Mentre al sabato scorso pomeriggio alla Fiera andava in scena l'edizione 2019 di Hit Show, il Salone internazionale di caccia, tiro sportivo e outdoor con la visita del Ministro dell'Interno Matteo Salvini, nella Sala conferenze dei Missionari Saveriani si svolgeva il convegno con al centro il tema della sicurezza e le armi. Al mattino all'apertura di Hit Show rappresentanti delle associazioni cittadine ed ecclesiali avevano manifestato contro le armi e contro il permesso ad entrare ai minori di 14 anni nel Salone internazionale, nonostante le pressioni per prendere in seria considerazione la questione educativa .
Dell'edizione 2019 di questo Salone rimarrà la conferma che la questione educativa non rientra tra gli argomenti degni di attenzione per i vertici di Italian Exhibition Group e per i veritci politico - amministrativi (i sindaci di Vicenza e Rimini), una sorta di incompatibilità culturale che qualche interrogativo fa sorgere nel nome del 'pecunia non olet' (il denaro non sa odore ndr) .
Rimane poi il partecipato convegno del pomeriggio articolato in due momenti. Il primo dedicato a 'Legittima difesa, delitti e armi in Italia: per quale sicurezza?' e il secondo a 'Le armi in Italia e il salone Hit Show di Vicenza'. Si è trattato di un appuntamento significativo per varie ragioni. Innanzitutto per ragioni di metodo: gli slogan che servono spesso solo a corroborare i rispettivi supporter, ma a non ad approfondire seriamente gli argomenti e a capire le ragioni dell'altro, hanno lasciato spazio al confronto tra le diverse posizioni rappresentate da Giorgio Beretta dell'Osservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche di sicurezza e difesa, Elisabetta aldrovandi, presidente dell'Osservatorio Nazionale Sostegno vittime e promotrice della legge di modifica sulla 'legittima difesa' in discussione in queste settimane in Parlamento e Gabriella Neri, presidente dell'associazione 'Ogni volta' onlus.
Ci sono stati poi ragioni di merito: i contenuti che hanno permesso di capire megli di cosa si sta parlando. Si sono mostrati numeri che evidenziano come nel nostro Paese non ci sia un'emergenza sicurezza, ma che dicono anche che questa rimane una delle preoccupazioni di tanti italiani. Si sono considerati aspetti tecnici della proposta di legge e poi si sono considerate le domande di fondo rispetto alle prospettive. Sono domande che riguardano innanzitutto il valore della vita. La presidente Neri ha ricordato che 'la vita è sacra sempre' a prescindere che sia del ladro o del cittadino, una prospettiva che dovrebbe interpellare innanzitutto i credenti di fronte alle varie ipotesi di armarsi facile. Ancora sono domande relative alla qualità della convivenza civile che vogliamo e alla possibilità di rafforzare la fiducia e non la paura.
È stato infine un momento significativo per le presenze. A sottoscrivere l'invito c'erano, infatti, anche molte realtà ecclesiali e cattoliche vicentine che sono riuscite a far rete e ad esprimere un interesse e una preoccupazione condivisi. È questa una direzione importante per aiutare i cattolici ad uscire da una certa afasia che spesso sembra prendere il laicato cattolico. Su questo lavoro di rete si è in particolare concentrato il secondo momento del convegno.
Alcuni dei manifestanti davanti alla Fiera all'apertura di Hit Show.